Il Pugno che ha Ucciso Emanuele

Processo Morganti.

 

Momenti di grande tensione questa mattina in aula quando uno dei testimoni ha dichiarato di aver visto la persona cheha sferrato il pugno mortale.

 

Indossava una maglia bianca

ed ha sferrato un pugno sulla schiena del povero Emanuele. A causa di quel colpo il ragazzo aveva perso l'equilibrio ed era andato a sbattere contro una vettura. Il testimone non ha però riconosciuto tra gli imputati colui che avrebbe colpito a morte il ventenne di Tecchiena.

 

Dalle indagini effettuate in tal senso sembra infatti che a determinare il decesso del giovane sia stato proprio quella caduta sul montante di una vettura. Il teste ha però riconosciuto in Mario Castagnacci una delle persone che quella sera aveva preso a pugni e calci lo sventurato ragazzo.

 

Il teste ha raccontato che quella sera si trovava fuori dal locale perchè aveva conosciuto una ragazza e stava cercando di corteggiarla. Invece proprio mentre si trovava all'esterno del Mirò si era ritrovato davanti quella scena che non dimenticherà mai nella sua vita.

 

Emanuele con la maglia strappata che cercava di scappare verso la parte bassa della piazza, alcuni giovani che lo inseguivano e che una volta raggiunto lo avevano preso a pugni e calci. Il testimone ha raccontato in aula di aver udito dopo quel pugno sulla schiena del ragazzo, un rumore fragoroso.

 

Così si era avvicinato ad alcune macchine parcheggiate. E proprio accanto ad una di questa aveva visto il giovane a terra. A quel punto aveva subito chiesto i soccorsi ai carabinieri e all'ambulanza del 118. Anche altri testimoni avrebbero confermato la presenza fuori del locale di Mario e Franco Castagnacci.

 

La prossima udienza è prevista per il prossimo 6 dicembre. La famiglia Morganti che si è costituita parte civile tramite gli avvocati Enrico Pavia e Pietro Polidori adesso chiede soltanto che sia fatta giustizia.

 

Da quando è iniziato il processo i genitori del ventenne massacrato dal branco non hanno mai disertato un'udienza. Anche i nonni materni, Gino e Gina, distrutti dal dolore, attendono con ansia la conclusione di questo processo. Quel ragazzo era tutta la loro vita e chi gli ha fatto del male è giusto che paghi.

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