Omicidio Morganti. Il Racconto di Giammarco

Processo Morganti, sale sul banco dei testimoni quello che è sempre stato definito il superteste.

 

Si tratta di Giammarco Ceccani il 23enne amico del cuore di Emanuele, il giovane ventenne di Tecchiena ucciso dal branco il 24 marzo del 2017 davanti al "Mirò" di Alatri.

I giudici della Corte presieduta dal dr. Giuseppe Farinella lo hanno ascoltato per oltre sei ore. Il teste è andato a ritroso nel tempo e precisamente a quella drammatica sera quando aveva visto l'amico correre verso la piazza inseguito da almeno 15 persone, Il ragazzo ha riferito che Franco Castagnacci uno degli imputati gli ha impedito di soccorrere Emanuele che veniva colpito con calci e pugni. 

Quando era riuscito a raggiungere l'amico, Emanuele si trovava già esanime per terra.

 

Andando con la mente indietro nel tempo Giammarco Ceccani ha ricordato poi di aver visto una ragazza bionda riconosciuta in seguito come la sorella di Michel Fortuna (uno degli altri imputati) che sputava sul corpo di Emanuele. "Così impari a metterti contro la mia famiglia" aveva detto.

 

Poi aveva sputato anche contro di lui che cercava di proteggere l’amico. Si è trattato di flashback nei quali però il superteste non è riuscito a focalizzare chi avesse sferrato il pugno che aveva fatto sbattere Emanuele sul montante di una vettura.

Ieri in aula ha riconosciuto Michel Fortuna come uno dei ragazzi che aveva visto accanto al corpo dell'amico.

 

Un'affermazione che ha sollevato numerose contestazioni da parte degli avvocati difensori Bruno Giosuè Naso e Cristhian Alviani.

 

Più volte a seguito delle domande incalzanti dei difensori il ragazzo è caduto in contraddizione. Davanti al presidente della Corte ha raccontato che quel giorno si trovava in uno stato confusionale e che si sentiva molto in colpa per non essere riuscito a salvare l’amico.

 

Ecco perché alcune dichiarazioni rese al momento dei fatti erano discordanti con quanto dichiarato in aula. Ieri mattina sarebbe dovuto salire sul banco dei testimoni anche Giovanni Maugeri, un altro teste che si trovava al Mirò quella tragica sera, ma non essendosi presentato Il giudice ha disposto l’accompagnamento coatto. Prossima udienza l'8 aprile.

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