Operazione Cavum

Traffico illecito di rifiuti.

 

Smaltimento illecito di rifiuti, gestione di discarica abusiva.

 

Persino combustione illecita di rifiuti.

 

Cinque persone in manette.

 

In carcere sono finiti

due fratelli di Ferentino che gestiscono una cava. Gli arresti domiciliari sono stati invece disposti per due coniugi che gestiscono una società di smaltimento rifiuti a Morolo, e per un consulente ambientale di Castrocielo. 

I fatti contestati risalgono al 2018 – 2019, e riguardano 22 società. La “N. G.”, i cui soci sono i due fratelli, è una società che gestisce una cava a Ferentino.

 

Le indagini svolte hanno accertato come il sito contenente la cava non venisse utilizzato solo per attività estrattive, bensì anche come enorme discarica abusiva di rifiuti prevalentemente derivanti da attività edilizia. Numerosi e lunghi gli appostamenti dei carabinieri che hanno filmato tutto.

Lo smaltimento abusivo dei rifiuti consentiva alle imprese in primo luogo di lucrare sulle differenze di prezzo con le discariche autorizzate, e soprattutto di ovviare alle norme sul trasporto e smaltimento dei rifiuti.

 

Infatti la maggioranza dei trasporti avveniva senza la necessaria abilitazione, né con l’annotazione sui registri il cui possesso è obbligatoriamente previsto dalla legge. Non solo, gli illeciti sversamenti consentivano anche di violare tutte le norme a presidio della reale classificazione e caratterizzazione dei rifiuti. 

Non vi erano infatti le necessarie analisi dei rifiuti che dimostrassero la non pericolosità degli stessi, richieste invece per l’accettazione dei rifiuti presso le discariche regolarmente autorizzate.

 

22 le società e ditte individuali coinvolte negli illeciti smaltimenti di rifiuti, in maggioranza aventi sede nella provincia di Frosinone.

 

Particolarmente intensi i rapporti con una di queste società, la “S.” avente sede a Morolo della quale i gestori della cava erano anche soci e i cui rappresentante sono stati posti agli arresti domiciliari. 

La gestione della discarica comprendeva non solo gli scarichi di rifiuti, ma anche i livellamenti dei cumuli che si sono col tempo ammassati, proprio per consentire ai mezzi di poter scaricare al meglio.

 

La stessa società “N. G.” utilizzava la discarica per smaltire direttamente i rifiuti tramite mezzi propri.

 

Gli smaltimenti illeciti, inoltre, avvenivano sia presso la discarica in oggetto, sia in altri posti sparsi nel sito adibito a cava. I sopralluoghi effettuati con Arpa Lazio hanno consentito di rinvenire nell’intero sito, sia rifiuti pericolosi che non pericolosi, secondo la classificazione operata dall’Agenzia. Un cumulo, tra l’altro, era stato oggetto di combustione.

 

Le indagini, inoltre, hanno evidenziato un’illecita attività di recupero degli inerti, effettuata sempre all’interno dello stabilimento della società che gestiva la discarica abusiva.

 

In particolare i rappresentanti di detta società avevano avviato un’attività di recupero degli inerti, mediante un macchinario non autorizzato per il recupero presso la sede della cava ma solo per singole campagne mobili da effettuarsi presso i siti di produzione dei rifiuti.

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Commenti: 3
  • #1

    Cose da pazzi (martedì, 28 gennaio 2020 17:00)

    ....

  • #2

    Assurdo (martedì, 28 gennaio 2020 22:12)

    E poi a Frosinone il sindaco decide di far spegnere i caminetti ..... che meraviglia gli imputati hanno deciso di farsi difendere da chi dovrebbe invece tutelarci. A voi l'ardua sentenza. Da chi ha le mani in pasta..... meditiamo e denunciamo. Ho conosciuto molti anni fa uno dei tizi arrestati.... era un bravo ragazzo..... ora non ti resta che affidarti alla sorte, tanto poi gli avvocati mandano tutto e tarallucci e vino.

  • #3

    tempo perso (mercoledì, 29 gennaio 2020 01:32)

    galeraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa