Agricoltori a Rischio Multe

“Restare a casa”.

 

Questa rimane la parola d’ordine anche se i numeri dei positivi al Covid-19 scendono.

 

Una direttiva che la maggior parte dei cittadini ha rispettato ma che crea problemi ad una parte di loro: gli agricoltori. 

Questi infatti non possono recarsi in campagna per curare orti, raccogliere frutti e potare siepi. C’è tutta una serie di operazioni che in questo periodo devono essere attivate per ottenere un miglior raccolto a settembre ed ottobre. Vale per i vitigni, per gli uliveti e non solo.

 

Agricoltori, allevatori, lavoratori dei terreni, assicurano che il cibo non manchi sulle tavole degli italiani. Dovrebbero, loro sì, avere la possibilità di muoversi per curare i loro terreni. Non solo le aziende certificate ma anche tutti quegli hobbisti, che nella realtà hobbisti non sono.

 

Per questa categoria di persone che, portandosi sul proprio terreno non ha modo di incontrare altri e quindi non avrebbe la possibilità di contagiare o essere contagiata dal virus, ci dovrebbe essere una deroga a muoversi più liberamente.

 

Ovviamente sempre nel rispetto delle regole: la distanza di sicurezza la mascherina… esattamente quello che è concesso a chi va a fare la spesa, operazione ritenuta necessaria.

 

A questo proposito le organizzazioni agricole hanno chiesto una deroga al DPCM. Attualmente infatti chi si reca nel suo terreno per potare o per curare i prodotti della terra rischia multe salate. Ma in verità tali movimenti dovrebbero essere considerati anch’essi “di necessità” perché fondamentali nell’economia familiare.

 

Molti gli agricoltori che, non potendosi muovere da casa, rischiano di perdere il raccolto della loro campagna. 

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Commenti: 7
  • #1

    Fabio Angelosanto (martedì, 07 aprile 2020 16:56)

    Il problema esiste anche per tutti coloro che, pur non essendo agricoltori professionali, coltivano l'orto, la vigna, gli olivi, ecc. per esigenze di famiglia. Se non possono dedicarsi a queste coltivazioni proprio ora che c'è bisogno, saranno costretti a comprare quanto non produrranno dalla terra. Questo con notevoli esborsi economici e con un considerevole aumento dei rischi di contagio, in quanto per tali acquisti saranno costretti a uscire di casa.
    Sarebbe opportuno promuovere una raccolta di firme per avere una deroga al DPCM.
    Grazie .

  • #2

    Dcpm (martedì, 07 aprile 2020 17:14)

    Decreto consigli presidenza ministri.. Noi non siamo padroni di nulla cmq la legge e ugual misura x tutti

  • #3

    Franco MOCCI (martedì, 07 aprile 2020 19:39)

    Condivido pienamente tutti i punti trattati nell'articolo .In particolare mi sento rappresentato in quella moltitudine di produttori hobbisti e pertanto pongo questa domanda: perché ad una azienda agricola che (ad esempio) produce mediamente da 10.000 piante di olivo 180 q.di olio è consentita ogni tipo di lavorazione ricorrendo anche a mano d'opera terza,mentre(ad esempio) a 10 olivocoltori hobbisti con 1000 piante ciascuno non è consentita la lavorazione pur nel rispetto di tutte le normative in vigore? Si fa presente che in olivocoltura molte lavorazioni come la potatura,concimazioni varie e trattamenti fitosanitari,qualora necessari, vanno eseguiti inderogabilmente entro e non oltre il mese di Aprile.Cosi facendo di sicuro sulle catene di rifornimento alimentare potrebbero venire a mancare i circa 180q. di olio prodotti per autoconsumo dagli hobbisti.Confido in un tempestivo intervento risolutivo da parte delle organizzazioni agricole.

  • #4

    Maurizio (mercoledì, 08 aprile 2020 08:41)

    Le organizzazioni di rappresentanza non credo otterranno molto. Penso che l’unico aiuto che stanno avendo le aziende è un prestito a tasso zero (forse) e restituibile in sei anni. Questo significa che tra sei anni lo stato rientrerà in Toto per quello che ha dato ed Equitalia busserà a casa di quelli che non hanno ancora restituito, con tutte le conseguenze del caso.
    Non mi risulta che sarà abolita nessuna tassa per il periodo di mancato lavoro/guadagni per il “corona virus” ma invece solo posticipata, anche se non si è guadagnato nulla. I 600 euro (quando è a chi arriveranno”, e i buoni alimentari credo siano solo antibiotici scaduti per gli affamati e servono solo a tenere buoni facendoli mangiare chi di mangiare non ne ha più e finalizzati unicamente ad evitare una possibile rivolta sociale. Con la scusa che ti fanno pane e pasta non puoi dire che hai fame. Intanto le tasse corrono e ai accumulano alle muove insieme al prestito da restituire.

  • #5

    Vincenzo D’IPPOLITI (sabato, 11 aprile 2020 11:28)

    Sono pienamente d’accordo col commento fatto dal sig. Mocci
    Questo per l’agricoltura è un momento delicato e non guarda al fatto di essere o meno imprenditore agricolo.
    Ora c’è bisogno di preparare il terreno per impiantare colture, potare vigna e ulivi
    Non è giusto che queste attività le possano fare solo chi è imprenditore e non chi le ha comprate per sfizio personale o ereditate da genitori agricoltori
    La Ciociaria è una zona dove i privati hanno piccoli appezzamenti di terreno che pagano regolarmente le tasse su qualunque cosa comprano per mantenere tali terreni.
    Concludendo io mi appello a quei sindaci che decantano le loro città come città dell’olio di oliva affinché si facciano portavoce di queste esigenze
    Sempre nel rispetto della non trasmissibilità del covid 19

  • #6

    Umberto (lunedì, 13 aprile 2020 16:17)

    Pur evitando di entrare nelle specifiche argomentazioni, esaurientemente esposte nei commenti precedenti, mi pare opportuno aggiungere qualche riflessione, soprattutto a sostegno di una praticabilità di una ipotetica quanto sperata deroga.
    Premesso che le limitazioni giustamente imposte tendono a salvaguardare un bene fondamentale come la vita delle persone, pare lecito ipotizzare, nell'ottica di un'auspicabile quanto ragionata “ripartenza” delle attività, che si potrebbero conciliare le oggettive argomentazioni precedenti e le modalità applicative della deroga.
    Ciò potrebbe essere reso possibile associando le attività richiamate ai servizi già operativi orientati all'approvvigionamento alimentare. In altre parole, osservando le note norme comportamentali, si potrebbe consentire il raggiungimento del campo agricolo che, normalmente, è al riparo dai rischi di aggregazione.

  • #7

    Maria Cristina (domenica, 19 aprile 2020 11:52)

    Anche se alla luce della nuova normativa regionale, che permette finalmente il potersi di nuovo adoperare al mantenimento della propria coltura, questo ritardo ha prodotto sicuramente dei danni e l'affannarsi a rincorrere il tempo.
    Vorrei anche esprimere un pensiero a favore degli hobbisti...sono loro che mantengono al meglio il paesaggio e sono l'esempio che ancora si può produrre in autosufficenza, un messaggio che non deve svanire. Gli hobbisti costituiscono gran parte dell'agricoltura italiana ed essendo piccoli ed autosufficenti bisognerebbe premiarli e non escluderli perchè entità fiscalmente non rilevante.

    Auguro a tutti I miei cari ciociari una buona domenica.