Operazione Predator

Una vera e propria associazione a delinquere finalizzata ai furti.

 

Una decina di persone, tutti stranieri, ognuno con un ruolo preciso.

 

Persino una prostituta con il compito di segnalare

l’arrivo delle forze dell’ordine presso il covo dove venivano nascosti i beni rubati. Circa 350 mila euro il valore. Gli obiettivi erano scelti con cura tramite sopralluoghi. Quindi si sfondavano gli ingressi con dei furgoni utilizzati come ariete.

 

Entravano, arraffavano tutto e fuggivano via pochi minuti dopo. I furgoni venivano poi dati alle fiamme per eliminare ogni traccia.

 

Proprio uno di questi però è stato sequestrato dai carabinieri prima che venisse incendiato.

 

Da li si è riusciti a risalire alle tracce ematiche del capo dell’organizzazione.

 

Via via gli investigatori, polizia e carabinieri, sono risaliti a tutti i componenti della banda. Cinque sono finiti in manette per altri quattro diverse misure cautelari.

La maggior parte della refurtiva recuperata e restituita ai proprietari. Vittime numerosi esercizi commerciali e capannoni industriali. Ma anche ottici e pasticcerie. 

Un Incubo per Tutto il Territorio

Come hanno riferito nella conferenza stampa polizia e carabinieri l’associazione criminale era diventata un incubo per tutta la provincia.

 

Furti quasi ogni notte. Una ventina quelli addebitati ma ci sono decine di altri furti in corso di valutazione.

 

Hanno colpito dappertutto. Anagni, Alatri, Supino, Patrica, Ceccano, Ferentino e Monte San Giovanni Campano. Il “modus operandi” quasi sempre lo stesso. Il gruppo di giovani rumeni specializzati, sin dalla minore età, nella sistematica commissione di furti e rapine, ed i quali, per sfuggire all’identificazione, si spostavano frequentemente tra il Paese di origine e l’Italia.

 

 

Durante la notte del 6 aprile, i malfattori dopo aver rubato un furgone presso una società ubicata nella zona industriale di Frosinone, lo utilizzarono, prima, per commettere un altro furto a danno di un esercizio commerciale di Veroli e l’indomani, come ariete, per sfondare la serranda d’ingresso di un bar-sala slot di Ceccano e poi per darsi alla fuga.

 

L’intervento di una pattuglia dei Carabinieri costrinse però i ladri ad abbandonare frettolosamente il veicolo presso un capannone dismesso della zona industriale di Ceccano.

 

 

Da qui gli investigatori sono giunti presso l’abitazione dell’uomo. Celati in uno zaino nascosto tra i cespugli di pertinenza dell’abitazione, l’intera somma di denaro in monete, per complessivi 2 mila euro, asportata proprio dalle slot machine del bar della città frabeterna e vari oggetti frutto di altri atti predatori, successivamente riconosciuti e riconsegnati agli aventi diritto, tra cui: PC portatili, hard disk e numerosi prodotti cosmetici di bellezza provento di un furto da oltre 22mila euro subìto a marzo da un negozio di Ceccano.

Un ulteriore impulso alle indagini veniva dato dal rinvenimento, presso un’abitazione di Veroli, di un ingente quantitativo di refurtiva costituito da abiti da sposa, del valore complessivo di oltre 150 mila euro, asportati circa una settimana prima presso un atelier di Alatri.

 

 

In un’occasione tre equipaggi della Squadra Mobile hanno sorpreso due membri dell’organizzazione mentre tentavano un furto. Questi, vistisi scoperti, hanno iniziato una rocambolesca fuga speronando le autovetture di servizio, immettendosi su Via Armando Vona (asse attrezzato) contromano, nella speranza che gli investigatori desistessero dall’inseguimento. I poliziotti riuscivano comunque a trarre in arresto uno dei malfattori, non prima di aver ingaggiato con lo stesso una violenta colluttazione. 

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