Marangoni. Disastro Colposo

Caso Marangoni alle battute finali.

 

Il prossimo 24 novembre il giudice deciderà se rinviare a giudizio sei dei dirigenti dell'ex azienda di Anagni che produceva pneumatici.

 

L’accusa è quella di 

disastro colposo e lesioni personali gravissime. Intanto per la prima volta, dopo ben tre richieste di archiviazione impugnate dai legali di parte civile, il pubblico ministero Vittorio Misiti ha formulato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti dei sei indagati.

 

Nella giornata di ieri sono state accolte altre 10 parti civili. Sono 57 in tutto le persone offese in questa vicenda che risale ad alcuni anni fa, quando numerosi cittadini che risiedevano nelle zone limitrofe la fabbrica avevano cominciato ad ammalarsi di gravi patologie. 

 

Secondo gli elementi raccolti dalla procura ben 21 cittadini sarebbero deceduti dal 2004 al 2014 a causa di malattie irreversibili.

 

Forte il sospetto che a causare questi decessi sia stata la diossina, una sostanza nociva che sarebbe penetrata nei terreni antistanti l'azienda che si sarebbe sprigionata nell'operazione di incenerimento delle gomme.

 

Gli avvocati di parte civile Alessia Maggi, Angelo Galanti e Caterina Frattali hanno presentato delle perizie epidemiologiche effettuate da 2 pneumologi i quali avrebbero sostenuto che ci sarebbe un nesso tra quelle morti e l'inquinamento ambientale.

 

Dal canto suo l'avvocato Nicola Ottaviani che difende indagati ha controbattuto sostenendo così, come riportato dai consulenti di parte, che la diossina evidenziata in quei terreni era 10 volte inferiore al limite consentito, dunque l'azienda non avrebbe alcuna responsabilità per quanto riguarda quelle morti.

Nell’udienza di ieri altre dieci persone si sono costituite parti civili dando la procura dell'Avvocato Roberta Ciavardini e Renata Frattale entrambe del Foro di Frosinone. Il giudice adesso si è preso qualche altro giorno di tempo per analizzare le posizioni. Poi il 24 novembre pronuncerà la sua decisione.

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Commenti: 1
  • #1

    IGNOTO (mercoledì, 04 novembre 2020 12:54)

    Con tante vittime e tanta diossina è logico far chiudere e risarcire le vittime e arrestare i dirigenti anche quelli che gli hanno dato le autorizzazioni per l'azienda che non doveva affatto lavorare in quel luogo abitato da tante famiglie e credo che anche gli operai che hanno respirato diossina e che sono malati stessi risarcimenti dei danni