Processo Willy. Non l'ho Colpito al Petto

Ho colpito Willy Monteiro ma solo al fianco e non al petto.

 

Queste le parole di Marco Bianchi uno dei fratelli accusati dell'omicidio di Willy Monteiro.

 

Gli imputati hanno 

deciso di dare la loro versione dei fatti e questa mattina stanno facendo le loro dichiarazioni in aula presso il tribunale di Frosinone. Come abbiamo detto, Il più piccolo dei fratelli Bianchi ha smentito di aver colpito Willy al petto. 

Quello sarebbe stato il colpo micidiale che avrebbe ucciso il 21enne cuoco di Paliano.

 

Il pestaggio di Willy Monteiro Duarte non è stato comunque l’unico caso in cui i fratelli Bianchi sono rimasti coinvolti.

 

Tant’è che vi sono altri sette fascicoli aperti a loro carico.

 

Due anni prima, proprio Marco Bianchi, insieme ad altri due amici, pestò un bengalese. C’è poi il pestaggio di un ragazzo indiano. Numerose le accuse di lesioni imputate ai due. Per quanto riguarda il processo oggi parlano anche Gabriele Bianchi e Mario Pincarelli. 

Gabriele: Willy non l'ho Toccato

"È un anno e mezzo che aspetto di poter parlare e dire tutta la verità su quanto avvenuto quella sera.

 

"Così ha esordito Gabriele Bianchi in aula accusato insieme al fratello Marco a Mario Pincarelli e Francesco Belleggia di omicidio volontario per la morte di Willy Monteiro il giovane cuoco di Paliano. 

 

Il ragazzo di Artena ripercorre i vari passaggi avvenuti la sera dell'omicidio.

 

Gabriele Bianchi dice di aver colpito un certo Cenciarelli perché pensava che questo avesse colpito il fratello ed il suo migliore amico Omar Sabani. Quando ha capito che questi non c'entrava nulla si è fermato. "Io Willy - ha continuato l'imputato- non l'ho sfiorato nemmeno con un dito".

"Nel carcere di Rebibbia si è scatenato un odio morboso nei nostri confronti perché siamo stati descritti come dei mostri.

 

Le dichiarazioni dei testimoni che ci sono venuti contro sono stati influenzati dai media ma io e mio fratello non abbiamo fatto nulla di quanto ci hanno accusati.

 

I nostri amici hanno ricevuto minacce di morte. E questo ha influito sulla loro testimonianza".

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