A volte dietro le truffe romantiche si nascondono delle vere organizzazioni criminali.
È quanto avrebbe scoperto la procura in merito ad una truffa che ha coinvolto una donna di Veroli.
La signora, di 56 anni, su Facebook, pensava di aver incontrato nientemeno che un ingegnere petrolifero inglese. E con lui aveva anche intrecciato una relazione sentimentale.
L'uomo aveva detto alla verolana che si trovava su una nave e che, siccome doveva riscuotere molti soldi dalla società per la quale lavorava, li avrebbe spediti a casa sua (di lei). Tenerli sulla nave era rischioso.
Ma dopo poco aveva detto che quei soldi erano bloccati alla dogana e che per sbloccarli c'era bisogno di un versamento di quasi 5000 euro. Subito dopo l'ingegnere con un'altra scusa le aveva riferito che lei avrebbe dovuto versare su una Postepay altri 980 euro. Insomma, nel giro di tre mesi, la donna aveva sborsato quasi 12 mila euro.
A farle aprire gli occhi, un cugino al quale lei ha confidato di aver speso tutto quel denaro perché richiesto dal suo innamorato. Il parente l'ha messa in guardia: "Sei vittima di una truffa". Da qui la denuncia.
E proprio a conclusione delle indagini avviate dalla procura sarebbe emerso che dietro al fantomatico ingegnere petrolifero si nascondevano 5 nigeriani che avevano richiesto asilo e che vivevano al nord del territorio nazionale da tanto tempo.
Al momento c'è stata la conclusione delle indagini. Nel collegio difensivo l'avvocato Luca Solli.
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