Profughi Ucraini Positivi al Covid

L’arrivo dei profughi dall’Ucraina rischia di far riesplodere l’emergenza Covid. Circa il 50% di loro sono risultati positivi al coronavirus.

 

Per questo la Asl di Frosinone ha adottato un piano di accoglienza e sicurezza.

Un’equipe ambulatoriale guidata dal Dottor. Mario Limodio, responsabile dei Servizi Sanitari Integrati si occupa di tutto il necessario. Medici, infermieri assistenti sociali e anche un’ostetrica. Si perché tra le prime persone soccorse figurava anche una giovane donna alla 32esima settimana di gestazione.

 

La Asl è ora a lavoro per organizzare le vaccinazioni: “Assieme alla Dott.ssa Maria Gabriella Calenda, responsabile del servizio vaccinale – spiega il Dott. Mario Limodio – si sta programmando la vaccinazione per Covid nell'immediato ai profughi non vaccinati e non positivi al tampone”.

 

I profughi non appena arrivano vengono sottoposti all’anamnesi e la visita medica in presenza di mediatori culturali di lingua madre, individuati anche tra il personale della Asl che si occupano della traduzione. Sempre nella prima fase, tutti i profughi vengono sottoposti al tampone per il Covid.

 

Tutti i positivi sono stati posti in isolamento. Uno screening necessario per evitare che possa aumentare la circolazione del virus tra la popolazione locale, considerando che l’Ucraina prima del conflitto aveva fatto registrare solo il 30% di vaccinati ed il vissuto drammatico recente dei profughi non ha permesso loro di rispettare il distanziamento e usare i dispositivi di protezione. 

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