Il presunto omicida di Romina de Cesare è incompatibile col carcere.
Ne è convinto il suo avvocato che ha fatto richiesta di scarcerazione.
Il legale di Pietro Ialongo, infatti, ha presentato ricorso
avverso l’ordinanza del gip di Latina che ha convalidato il fermo del 38enne con l’accusa di omicidio volontario. Secondo l’avvocato Vincenzo Mercorino le esigenze cautelari possono essere soddisfatte diversamente che non col carcere.
La situazione psichiatrica del detenuto, infatti, non è compatibile con la detenzione. Il legale ha quindi chiesto che l’uomo possa essere trasferito in una rems (residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza) o ai domiciliari.
Oltre a presentare il ricorso l’avvocato ha chiesto al giudice di autorizzare un incidente probatorio.
Nell’abitazione di via del plebiscito, dove è stato ritrovato il corpo di Romina trafitto da numerose coltellate, gli investigatori hanno rilevato anche tutte le tracce ematiche presenti e ora le stanno confrontando con i vestiti di Ialongo.
A quest’ultimo è stato sequestrato pure il telefonino. Anche da questo, infatti, si potrebbe evidenziare la sua presenza nell’abitazione al momento del delitto.
Da ricordare che al momento dell’arresto il 38enne aveva con se un taccuino sul quale era scritto: “non volevo ucciderla, la amavo”.
Per la procura si tratta di una sorta di confessione che probabilmente Ialongo avrebbe voluto far ritrovare dopo il suo suicidio (tentato ma non riuscito).
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