La Sbornia delle Piste Ciclabili. Evoluzione non Darwiniana

Non sono ancora svaniti i fumi alcoolici derivanti dalla “sbronza delle rotatorie”, che a Frosinone è iniziata la “sbornia delle piste ciclabili”.

 

È di queste ore un fermento sociale nella parte bassa del capoluogo, per

l’allestimento di spazi per i ciclisti. Quella delle piste ciclabili è una questione di altissimo interesse clinico sulla quale converrà indagare. Si comincia anni fa, quando con un progetto realizzato (e subito smantellato) si attuò una prima pista lungo viale Austria.

Praticamente si trattava di un guard rail in ferro infisso nella sede stradale a ridosso del marciapiede ad una distanza di un metro e mezzo. 

 

Quando si resero conto che gli incauti ciclisti potevano rovesciarsi sul guard rail recidendosi la vena giugulare, smontarono l’opera e passarono al piano B. La rifecero di sana pianta interessando viale Austria, corso Francia, viale Spagna e piazzale Padre Pio.

 

Fu dipinta la pista di rosso e fu apposta una segnaletica verticale costituito da un impressionante numero di pali di sostegno, tecnicamente definite paline, e cartelli stradali.

Partendo dall’inizio di viale Austria e percorrendo l’intera pista ciclabile (lunga meno di un kilometro), si contano 44 paline sulle quali sono infissi 57 cartelli tipo “qui comincia la pista…”, “qui finisce…”.

 

Qui ricomincia…”, “qui rifinisce…”

e tutte in prossimità dei numerosi varchi e accessi dei condomini fiancheggiati dalla pista. Praticamente si tratta di un cartello stradale ogni 16 metri (dicosedici).

 

Non osiamo entrare nel merito della spesa necessaria per la fornitura e la posta in opera della cartellonistica.

 

Circa l’utilizzazione della pista da parte di ciclisti è bene stendere un conopeo, una sindone, un velo della pietà: non ci va mai nessuno.

 

A distanza di anni la curva fattuale delle piste si impenna improvvisamente verso l’alto perché l’amministrazione comunale ne partorisce altre tre.

 

Le prime due le sgrava una nel tratto Scalo-Casaleno e l’altra all’interno del parcheggio dell’area “ex Frasca”.

 

La terza è un neonato ancora sporco e col cordone ombelicale: si tratta della Stazione-Campo Sportivo, ancora in fase di allattamento.

 

Per quella del parcheggio Frasca c’è – a differenza delle altre - una ratio e cioè il fatto che un ciclista possa percorrere il parcheggio con la bici, infilarsi nel sottopasso e prendere il treno incollandosi addosso la bicicletta. Per le altre tre, non c’è un motivo che ne giustifichi la realizzazione e l’allestimento. Ma di questo ne riparleremo.

 

 

                                                                                                                             Il Grillo Sparlante (ora in bicicletta)

Scrivi commento

Commenti: 3
  • #1

    Frosinone il circo dei pagliacci (giovedì, 21 luglio 2022 13:17)

    Punto

  • #2

    Luciano Bracaglia (giovedì, 21 luglio 2022 13:23)

    C'è un video molto divertente, realizzato da mio figlio Marco che descrive molto bene gli obbrobri di tutte le vecchie piste con gli STOP... obbligatori !!!
    Titolo: "Passano gli anni ma nulla cambia..."
    Il video lo trovate qui:
    https://www.youtube.com/watch?v=mJVNTguHKd8
    Delle nuove...? Ne riparleremo.

  • #3

    Io (giovedì, 21 luglio 2022 13:55)

    Hanno rovinato un intero quartiere,prima con la piazza davanti la chiesa ora con un senso senza senso unico per una pista ciclabile che io da 62 anni non ho mai visto una persona,dico una,che usi la bici quotidianamente per muoversi in città. Oggi non vi sono le scuole aperte immagino che quando inizieranno che inferno sarà al bivio tra via Marittima,via Ciamarra e viale Europa. Restiamo,forse l'unica città d'Italia,dove i mezzi pubblici vengono cacciati dalle strade cittadine,un poveretto che scende dal treno si aspetterebbe di trovare un pullman che lo riportasse a casa,invece non sa nemmeno dove è la fermata. Tanto loro mica lavorano...........