Omicidio Fiore. Il Verolano Confessa: Sono stato io ma non Volevo Uccidere

L’omicidio di Andrea Fiore a Torpignattara.

 

La squadra mobile ha ricostruito quanto avvenuto la sera del 26 marzo.

 

Intorno alle 21.30 in 

due (il verolano Daniele Viti e Danilo Rondoni entrambi a Regina Coeli) si sono finti agenti di polizia. Volevano conoscere i legami tra Fiore e Luigi Finizio, ucciso due settimane prima in via dei Ciceri. I due hanno preso Fiore e lo hanno fatto salire in auto.

 

Lo hanno picchiato e minacciato di morte se non avesse risposto alle loro domande. Poi il colpo di pistola che ha ferito a morte Andrea Fiore. Lo hanno lasciato agonizzante all’interno della sua abitazione. È stata propria la vittima a chiamare i soccorsi, ma al loro arrivo Fiore era già morto.

 

Sul luogo del delitto gli agenti hanno rintracciato alcuni documenti appartenenti proprio al verolano. Di qui l’arresto e poi la perquisizione. A casa sua è stata trovata anche una pistola e un ingente quantitativo di droga. Poi ieri è stato arrestato anche il secondo uomo, Danilo Rondoni, che si era nascosto in un albergo di Aranova sul litorale romano.

 

A premere il grilletto che ha ucciso Andrea Fiore sarebbe stato proprio Daniele Viti che ha confessato dicendo però che non voleva uccidere ma solo spaventarlo. Daniele Viti ha 44 anni, ex sergente dell’esercito.

 

Carriera abbandonata dopo l’uso della droga. Sul suo curriculum criminale furti, estorsione, stalking anche ai danni della propria famiglia. Aveva poi aperto un’attività in Irlanda da dove però era dovuto fuggire a causa di una relazione con una minorenne.

 

Da qualche mese era residente a Roma presso un alloggio popolare occupato abusivamente. Ora deve rispondere di concorso in omicidio volontario. 

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