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Picchiati, maltrattati e in alcuni casi costretti a mangiare i loro escrementi.
È quanto hanno vissuto 12 ragazzini ospiti in una casa famiglia dell'orrore che si trovava a
Monte San Giovanni Campano. Adesso il pm titolare dell'inchiesta ha chiesto il rinvio a giudizio per otto operatori della struttura. I fatti risalgono al 2018 quando un adolescente che era stato collocato in quella casa famiglia, a causa di disagi familiari, scappa da quello che considerava il suo inferno.
Il ragazzino verrà ritrovato tre giorni dopo dalla madre. E proprio quest'ultima, dopo aver ascoltato il racconto raccapricciante del figlio, fa scattare la denuncia che ha dato il via alle indagini. I minorenni, ascoltati dal magistrato inquirente, avrebbero riferito di essere stati picchiati e vessati.
A loro dire si accanivano molto di più sui disabili. Uno di questi, che aveva spesso esplosioni di rabbia, veniva preso a bastonate con il manico della scopa lasciandogli il corpo pieno di lividi. E poi erano pugni e schiaffi per tutti.
Per gli operatori quei ragazzini rappresentavano soltanto una parte della società malata che andava messa al margine con quei metodi davvero aberranti.
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