Omicidio Romina. È Guerra di Perizie

Omicidio di Romina De Cesare.

 

È guerra di perizie per dimostrare l’incapacità di intendere e di volere di Pietro Ialongo.

 

L’ex accusato di aver ucciso Romina con 17 coltellate 

rischia l’ergastolo. Per questo gli avvocati difensori invocano la semi infermità mentale. A sostegno della loro tesi difensiva il consulente dottor Ottavio Di Marco, neurologo e docente presso università di Cassino.

 

Lo specialista ha riferito in aula che Ialongo è affetto da un disturbo della personalità non definito e che in certe situazioni potrebbe avere scompensi emotivi e psichici. Ieri mattina sul banco dei testimoni è salito anche il fratello, Vito Ialongo, il quale ha dichiarato che il carattere di Pietro era cambiato da quando molti anni fa era rimasto vittima di un incidente stradale che gli aveva causato strascichi a livello fisico.

 

Gli avvocati di parte civile che rappresentano il padre ed il fratello di Romina hanno contestato questo punto evidenziando che l'imputato non era affatto incupito, tant'è che insieme al fratello, a Romina e ad un'altra ragazza avevano fatto un viaggio ad Amsterdam.

 

Secondo i legali Danilo Di Leva, Fiore di Ciuccio e Maria Calabrese, che fa parte dell'associazione antiviolenza "Libera luna", Ialongo ha una personalità molto forte grazie alla quale riusciva a piegare Romina ai suoi voleri. La dimostrazione sta nel fatto che aveva costretto la ragazza a lasciare un solido posto di lavoro in banca a Parigi per ritornare in Italia.

 

Una persona depressa o con disturbi della personalità non sarebbe stata così determinata. A questo hanno aggiunto i legali di parte civile, ci sarebbero agli atti le certificazioni dei medici che hanno visitato Ialongo subito dopo l'arresto. Questo ultimi avrebbero concordato che il perito informatico era capace di intendere e di volere. Si torna in aula il prossimo 9 novembre.

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