Don Ciotti all'I.I.S. di Frosinone

È andato dritto dai ragazzi Don Ciotti “Sono partito all’alba da Torino per essere qui con voi.

 

Ma io sono Luigi Ciotti, un uomo non 

un mito. Diffidate dai navigatori solitari. L’elemento essenziale della vita è “noi”, fare le cose insieme. Io rappresento tante storie, tante persone”. Don Ciotti, il simbolo della lotta contro la mafia è arrivato a Frosinone per parlare con gli studenti dell’istituto Alessandro Volta (in foto con la preside Maria Rosaria Villani).

 

Ha raccontato la sua storia, da quando aveva 17 anni ed era già vicino agli ultimi, a Torino nelle baracche dei cantieri operai. Ha raccontato gli anni della droga, delle comunità di accoglienza. Del gruppo "Abele" nato proprio in aiuto alle tossicodipendenze.

 

Gli anni dei morti per Aids. Poi la fondazione di “Libera” nata contro i soprusi delle mafie: “io non sono contro la Mafia – ha detto Luigi Ciotti – Io sono per il benessere, per la vita”. Ha raccontato dei suoi incontri con le istituzioni per cambiare leggi arcaiche che non permettevano di risolvere i problemi della società.

Gli incontri con Falcone: “Due mesi prima della strage di Capaci ero con Giovanni Falcone, io piccolo, piccolo, lui maestoso nella sua professione nella sua eticità, nella sua conoscenza profonda”.

 

Ad ascoltarlo non solo i ragazzi del “Volta” ma anche i professori, le istituzioni.

 

Ad accoglierlo vi era infatti il prefetto di Frosinone (foto sopra), il questore ed i comandanti provinciali dei carabinieri e della finanza.

 

Il comune di Frosinone era presente con l’assessore Sementilli.

 

Tutti ad ascoltare le storie di Ciotti, una grande lezione di vita: “Tacere è una colpa – dice Ciotti a proposito della Mafia – Bisogna assumersi la responsabilità di parlare”. 

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