Sparatoria. La Pista della Droga

Michea Zaka, questo il nome del 23enne albanese che avrebbe sparato in via Aldo Moro uccidendo Il suo connazionale Kasemi Karmi e ferito altre tre persone.

 

Dalla ricostruzione della polizia 

in cinque erano seduti allo Shake bar. In quattro sono arrivati a bordo di una lancia Y. Uno scontro da saloon, ma qui non siamo nel Far West è Frosinone, uno dei capoluoghi più tranquilli d’Italia, così dicono le statistiche. Come vede i quattro avvicinarsi minacciosi il 23enne tira fuori la pistola e comincia a sparare. Perché?

 

Il Movente. Sul movente la questura sta indagando. Lui Michea Zaka, arrestato durante la notte ed interrogato, dice per una questione sentimentale. I due ambivano alla stessa ragazza. Ma la polizia non ci crede. È vero che Zaka è incensurato ma è pur vero che è stato pizzicato almeno in un paio di occasioni nelle operazioni antidroga al casermone. In un caso è stato trovato anche con 20 mila euro in contanti.

 

Gli inquirenti non parlano ma l’ipotesi di una guerra tra bande per assicurarsi un mercato dello spaccio più che mai florido è sicuramente quella più credibile. Il 23enne sapeva che lo scontro era imminente per questo si era portato l’arma nonostante sapesse di essere “attenzionato” dalla polizia.

 

Per lo stesso motivo ha fatto fuoco prima ancora che gli “altri” si avvicinassero. 6/7 colpi sparati da una calibro 22. Forse la stessa pistola utilizzata in pieno centro a Frosinone l’estate scorsa. L’arma che la polizia ora sta cercando e che potrebbe fornire molte spiegazioni.

 

Intanto questa mattina è previsto l’interrogatorio di garanzia.  Il giudice per le indagini preliminari chiederà di nuovo a Zaka cosa è successo e perché. Poi deciderà sulla sua permanenza in carcere a Frosinone. La decisione è scontata ma nell’esame potrebbero emergere altri particolari per far luce sulla vicenda.

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