In Carcere si Spara Grazie ai Droni che Raggiungono i Detenuti

31 Indagati. Due persone in manette.

 

Le accuse: associazione di tipo mafioso, traffico di droga, detenzione di armi comuni da sparo ed accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione.

 

L’indagine

partita da aprile 2021 col rinvenimento di alcuni cellulari presso il carcere di Secondigliano, si è estesa anche in provincia di Frosinone. Proprio nel carcere di Frosinone, infatti, si è verificata una sparatoria (19.9.2021). Da qui sono state avviate attività finalizzate all’identificazione del soggetto responsabile di aver introdotto all’interno del carcere un’arma da fuoco per mezzo di un drone. 

 

La prosecuzione delle indagini ha consentito di portare alla luce una struttura criminale in grado di garantire l’approvvigionamento di apparecchi telefonici, sia smartphone che piccoli cellulari, nonché di rilevanti quantità di stupefacente in molteplici strutture penitenziarie, anche ospitanti detenuti classificati di massima sicurezza, dislocate in tutta Italia. 

 

Le investigazioni effettuate hanno documentato come l’indagato S.V. e suoi collaboratori venissero assoldati da organizzazioni di tipo camorristico (sono stati individuati, tra gli altri, soggetti legati agli Esposito – Nappi di Bagnoli che, peraltro, risultano i primi ad avere beneficiato di questo stratagemma), che garantivano ai loro detenuti il costante rifornimento di apparecchi di comunicazione e di narcotici, assicurandosi in tal modo il monopolio della distribuzione nelle strutture carcerarie coinvolte (Frosinone, Napoli - Secondigliano, Cosenza, Siracusa, Lanciano, Augusta, Catania, Terni, Rovigo, Caltanissetta, Roma-Rebibbia, Avellino, Trapani, Benevento, Melfi, Asti, Saluzzo, Viterbo e Sulmona). 

 

Le investigazioni hanno poi permesso di identificare in C.A. classe 72 il soggetto in grado di apportare modifiche costruttive ai droni che permettessero di sorvolare anche aree militari sopportando un maggior peso in volo. Le analisi tecniche sui droni caduti in sequestro, delegate al Reparto Indagine Tecniche del Raggruppamento Operativo Speciale dei Carabinieri, hanno permesso di confermare tali manipolazioni realizzate sugli apparati a pilotaggio remoto.

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