Morto un detenuto nel carcere di Frosinone.
L’uomo si sarebbe suicidato inalando gas
da una bomboletta da campeggio. Il giovane aveva solo 21 anni, era italiano ed era stato sottoposto più volte a TSO. Detenuti di questo genere, secondo la Fns Cisl Lazio “non devono stare in carcere ma in strutture ospedaliere idonee, curati non certo vigilati a vista dalla Polizia Penitenziaria. La politica e le ASL sono assenti, cioè, fanno finta di nulla, come se il problema non esistesse”.
Non solo il suicidio vi sono state anche due aggressione. Ieri alcuni detenuti hanno aggredito un agente fratturandogli un piede. Questa mattina altra aggressione di un 30enne detenuto straniero. Una situazione di continua emergenza. Un’emergenza che non riguarda solo Frosinone.
Ieri nel carcere di Civitavecchia risultano essere stati aggrediti 4 agenti così, anche, un detenuto da altro detenuto armato di coltello artefatto. Sempre ieri c/o l’IPM “Casal del Marmo” l’ennesima maxi rissa tra detenuti magrebini. Il problema è acuito dal sovraffollamento che si registra anche nel circuito minorile: nel IPM Roma ci sono 62 minori.
Nelle carceri minorili poi non esistono circuiti differenziati e ciò rende molto oneroso il lavoro, laddove detenuti con psicopatologie, problemi di dipendenza ed altre patologie sono insieme anche a diverse etnie in spazi relativamente stretti. Tutto ciò alza il livello di tensione.
I pochi poliziotti rimasti sono costretti a turni massacranti senza turn over o assegnazione di nuove unità. Non solo. Ieri nel carcere di Rebibbia è scappiata una rivolta. Per sedarla alcuni detenuti sono stati trasferiti proprio a Frosinone.
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