Azienda Familiare della Droga

Tre persone in manette ed una misura coercitiva.

 

È il risultato del blitz operato questa mattina dalla polizia di stato.

 

Sgominata un’associazione familiare dedita al traffico illecito di stupefacenti.

Una vera e propria organizzazione casalinga che riforniva le piazze dello spaccio a Cassino. Grazie alle indagini è emerso che tutti i componenti del nucleo familiare, composto da padre (classe ‘79), madre (classe ‘76) e due figli (classe ‘98 e ‘96), fossero dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.

 

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha rilevato inoltre come i destinatari delle odierne misure avessero “creato una vera e propria rete di allarme tra loro al fine di sfuggire ai controlli antidroga”. Dall’indagine, infatti, è emersa la perfetta conoscenza, da parte degli odierni arrestati, delle targhe delle autovetture in colori di serie in uso alle Forze di Polizia, oltre all’utilizzo di una perfetta rete di informatori, le cosiddette “vedette”, che avvisavano tempestivamente della presenza di cani antidroga, in quanto costituivano un ostacolo al fiorente mercato della droga sulla piazza cassinate.

 

L’attività investigativa è stata resa ancora più complessa dalle precauzioni e dagli accorgimenti che le persone arrestate mettevano in atto nel timore di essere intercettate dalla Polizia, come l’utilizzo dell’idioma rom o di applicazioni internet per le conversazioni tra i familiari che riguardavano modi e tempi del rifornimento e dello spaccio di stupefacenti.

 

Numerosi sono anche i riscontri della costante disponibilità di droga – destinata alle piazze di spaccio cassinati - da parte dei componenti del nucleo familiare, attraverso l’individuazione ed identificazione dei clienti, trovati in possesso di dosi destinate all’uso personale dopo gli incontri con gli indagati. Il reato contestato è la detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, in concorso.

Un’organizzazione efficientissima

Mano mano che le indagini proseguono si delineano meglio i contorni dell’operazione che il commissariato di Cassino – con la direzione del vicequestore Alessandro Tocco – ha condotto con l’ausilio importantissimo delle unità cinofile.

 

Emergono così alcuni particolari inquietanti: il sistema di allerta in tutta la città e in particolare in Via Garigliano è composto da “sentinelle” permanenti e retribuite (in particolare adolescenti) che intercettano le macchine della polizia anche quelle camuffate da civili; il linguaggio usato nelle comunicazioni della famiglia è in lingua Rom ortodossa, quindi non comprensibile e non traducibile nelle trascrizioni; la famiglia oggetto di restrizione non è la sola che vive così, ma si suppone che sia solo la punta di un iceberg, come d’altra parte era apparso chiaro già nella retata dello gennaio scorso.

 

Si suppone altresì, come ha affermato il vice questore Tocco nella conferenza stampa di stamattina, che l’introito medio per ogni settimana, non sia inferiore ai 4.000 euro. E’ emerso che i punti principali di spaccio di hashish e cocaina, oltre che la stessa Via Garigliano, sia la stazione FF.SS. o punti segreti individuati con l’uso costante dei social media. Un’organizzazione complessa quindi, dove nulla è lasciato al caso e dove per gli inquirenti, un ruolo decisivo è stato svolto dalle unità cinofile, senza le quali sarebbe praticamente impossibile individuare gli spacciatori.

 

“Un grande segnale d’allarme a Cassino – ha affermato il vicequestore Tocco – anche perché dal numero di siringhe ritrovate, dai sequestri effettuati e dall’aumento degli utenti del SERT di Cassino c’è un incremento sulla piazza anche dell’eroina.

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