Truffa delle Mascherine

Imprenditore ciociaro in carcere.

 

È indagato per i reati di turbativa d’asta.

 

La sua azienda si sarebbe infatti aggiudicata una gara per consegnare 24 milioni di mascherine.

 

Un appalto da 15,8 milioni di euro.

L’uomo, Antonello Ieffi 42anni interloquiva per conto dell’impresa sebbene non risultasse nella compagine societaria. Lamentava l’esistenza di problematiche organizzative relative al volo di trasferimento della merce, asseritamente già disponibile in un punto di stoccaggio in Cina. Tutto ciò per spiegare i ritardi della consegna che da accordi doveva invece avvenire entro tre giorni.

 

Attraverso la collaborazione dell’Agenzia delle Dogane, è stata effettuata presso l’aeroporto cinese di Guangzhou Baiyun un’ispezione, che accertava l’inesistenza del carico dichiarato.

 

I successivi approfondimenti della finanza hanno fatto emergere anche pregresse posizioni debitorie per violazioni tributarie, per oltre 150 mila euro nei confronti dell’Erario.

 

Tale situazione comportava l’esclusione dalla procedura e l’annullamento in autotutela dell’aggiudicazione.

I finanzieri hanno ricostruito come l'imprenditore, essendo gravato da precedenti sia giudiziari (seppure non ancora definitivi) che di polizia, che avrebbero potuto inficiare la partecipazione alla gara, abbia cercato di dissimulare la riconducibilità a sé dell’azienda – pur rimanendone l’esclusivo dominus – nominando come amministratore, in concomitanza con la pubblicazione del bando, un mero “prestanome”.

A questi, scevro da precedenti, (V.S. classe 1980), ha poi “ceduto” l’intero capitale sociale al prezzo di mila euro, da corrispondere però tra due anni. Inoltre, le risultanze acquisite hanno dimostrato come l’azienda fosse in realtà una “scatola vuota” destrutturata, caratterizzata da un vero e proprio stato di inoperatività, sintomatica della originaria e assoluta inidoneità della stessa, per totale assenza di dipendenti, strutture, mezzi e capitali, a far fronte alle obbligazioni nascenti da un contratto come quello originariamente aggiudicato.

 

Non è tutto. Sebbene il tentativo non sia andato a buon fine, I’imprenditore si è immediatamente riorganizzato per provare ad aggiudicarsi un altro appalto pubblico, questa volta relativo alla fornitura di guanti, occhiali protettivi, tute di protezione, camici e soluzioni igienizzanti, per un valore complessivo di oltre € 73 milioni di euro, utilizzando altro soggetto giuridico.

 

La nuova società – D.E. S.r.l. – presentava, però, una inesistente capacità economica pressoché sovrapponibile a quella della precedente; in aggiunta, un socio e membro del consiglio di amministrazione risultava gravato da precedenti penali. Anche in questo caso, all’esito dei controlli, CONSIP S.p.A. rilevava l’incompatibilità con i requisiti di partecipazione richiesti ed escludeva l’operatore economico dalla procedura. 

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Commenti: 4
  • #1

    Togliamogli la cittadinanza (giovedì, 09 aprile 2020 13:21)

    Che indecenza

  • #2

    Marco (giovedì, 09 aprile 2020 17:19)

    Non si può chiamare imprenditore... Si tratta di un truffatore... Altrimenti si rischia di offendere la categoria...

  • #3

    Pezzo di merda (giovedì, 09 aprile 2020 18:51)

    .

  • #4

    Gabriele (giovedì, 09 aprile 2020 20:17)

    Visto che questa "brava persona" è nata a Cassino e vive a Cervaro, il nostro sindaco può intervenire per evitare che i TG nazionali dicano "un frusinate"?