Traffico di Rifiuti. Sette Indagati

Sequestrato il depuratore.

 

Sette persone indagate per i reati di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti e di smaltimento illecito di rifiuti.

 

L’operazione,

portata avanti dal gruppo dei carabinieri forestali, ha coinvolto quattro società. In particolare è stato accertato che la società produttrice conferiva illecitamente a società non autorizzate ingenti quantità di rifiuti costituiti da fanghi derivanti dal processo di depurazione che, in assenza di esaustiva conoscenza della loro composizione e di adeguata caratterizzazione, andavano classificati come pericolosi e che invece venivano sistematicamente classificati come non pericolosi.

 

Le operazioni di classificazione dei rifiuti avvenivano in base a meri pacchetti di analisi “standard” eseguite da società che gestiscono i laboratori analitici. Le analisi insomma non venivano calibrate sullo specifico rifiuto prodotto, o sullo specifico processo produttivo, oppure sulle specifiche sostanze trattate, e risultavano quindi, nei fatti, inefficaci. 

Omessa anche la ricerca della presenza di inquinanti organici persistenti, categoria di sostanze tossiche alla quale appartengono anche le diossine.

 

Per effetto della classificazione di detti rifiuti come non pericolosi, la società produttrice ha conseguito un ingiusto profitto pari ad almeno 100 mila euro (per i soli rifiuti smaltiti dal marzo 2017 a settembre 2018), corrispondente alla differenza di costo di avviamento a smaltimento dei rifiuti non pericolosi rispetto al corrispondente codice speculare pericoloso.

 

Infine la società classificava altri rifiuti prodotti come pericolosi mediante attribuzione di alcune classi di pericolo, pur omettendo il processo di caratterizzazione del rifiuto secondo la normativa europea, non potendosi dunque escludere, in relazione al tipo di produzione, alle sostanze presenti e ai rifiuti in uscita, la sussunzione dei rifiuti sotto altre e più impattanti classificazioni, con conseguenti costi più gravosi di smaltimento.

 

Alle società sono contestati anche gli illeciti amministrativi previsti dal D.Lgs 231/’01, che disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti, in questo caso, da reati in materia ambientale.

 

Per tali motivi sono stati sequestrati il depuratore della società produttrice, con contestuale affidamento ad un Custode Giudiziario nominato dall’A.G., e la somma di 100 mila euro costituente profitto del reato contestato. Gli indagati sono i titolari rappresentanti delle società e i professionisti che hanno svolto le analisi.

Scrivi commento

Commenti: 0