Delitto Mollicone. I Testi Raccontano le Prime Fasi del Ritrovamento del Corpo di Serena

Processo Mollicone.

 

Ripercorsi i primi momenti dopo la scoperta del cadavere.

 

Dure le immagini del corpo di Serena disteso lì senza vita.

 

Un pugno allo stomaco per i familiari.

 

I testi. Il primo a salire sul banco dei testimoni è stato l'ex comandante della compagnia dei carabinieri di Pontecorvo Gianluca Trombetti. All'epoca si brancolava nel buio e per tale motivo si cominciò ad indagare in qualsiasi direzione, compresa la pista satanica.

 

Alle indagini prese parte anche il maresciallo Franco Mottola (a destra nella foto) attuale imputato insieme alla moglie Anna Maria al figlio Marco ed ai carabinieri Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano. "Nell'incertezza - ha dichiarato Trombetti - non escludemmo nulla, dal delitto occasionale alla pista familiare, per questo venne intercettato anche Guglielmo Mollicone".

 

Poi la testimonianza del luogotenente Gianni Mastrantuoni. Il teste ha riferito di aver trovato nella camera di Serena due pezzetti di hashish di circa tre grammi. Il luogotenente ha parlato nuovamente della questione del cellulare di Serena spuntato fuori alcuni giorni dopo la perquisizione nella sua stanza.

 

Ma il perito che ha esaminato il telefonino ha riferito che questo era malfunzionante e spento già un mese prima della morte.

 

Il colpo di scena: non è stato il maresciallo Mottola ad ordinare l’arresto di papà Mollicone (in foto) avvenuto proprio al momento dei funerali di Serena.

 

Un evento che aveva suscitato meraviglia e sdegno all’epoca dei fatti.

 

Un dato che cambia poco a livello processuale ma che rappresenta un punto a favore di Mottola, preso di mira dagli organi di stampa per l'arresto di Guglielmo proprio mentre andava a sotterrare la figlia.  

 

La prossima udienza è stata fissata per l'11 giugno. 

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