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“I fatti che oggi sono accaduti sono gravi e non tollerabili”.
Così si esprime la manager della Asl di Frosinone dopo la notizia dell’arresto di tre dipendenti corrotti.
Ci riferiamo all’operazione “Caffè” dei carabinieri. I tre, due uomini ed una donna, erano tecnici addetti ai servizi della camera mortuaria. Erano loro, secondo l’accusa, a farsi pagare dalle agenzie funebri per non creare problemi o rallentamenti ai funerali. Percepivano anche cento euro a morto.
Cento euro che per loro era “il caffè” da pagare perché le agenzie potessero procedere senza "intoppi". Ora la Asl “ha rafforzato – dice Paola D’Alessandro - le misure di prevenzione in camera mortuaria e continueremo a batterci per imporre la cultura della legalità nella nostra Azienda”.
Anche nei confronti dei tre dipendenti infedeli la direttrice Asl ha intenzione di non passare sopra a quanto avvenuto: “Sul fronte delle responsabilità individuali degli operatori tecnici coinvolti agiremo senza indugio”.
E poi “Massima collaborazione all’Autorità Giudiziaria”. Dopodiché Pierpaola D’Alessandro ringrazia i carabinieri per il lavoro svolto ma anche tutti gli altri dipendenti che “agiscono in maniera onesta e fedele” a loro dice: “va tutto il nostro sostegno”.
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