Atti persecutori nei confronti della ex moglie.
Un operaio è stato condannato ad otto mesi di reclusione più risarcimento danni.
Lui è
un 47enne residente a Boville Ernica. Tutto è cominciato nel 2019 quando la coniuge, stanca di maltrattamenti per insulti, aveva deciso di rivolgersi ad un centro antiviolenza e presentare domanda di separazione.
Ma a quel punto l'uomo aveva iniziato a perseguitarla dicendole che le avrebbe reso la vita impossibile. Da quando poi aveva saputo che la donna aveva intrecciato una relazione con un un'altra persona aveva cercato di farla apparire degli occhi del figlio come una pessima madre.
Una madre che pensava soltanto a sé stessa e non al figlio che all'epoca aveva iniziato la delicata fase dell'adolescenza. Nonostante il giudice avesse assegnato la casa coniugale alla moglie, l'uomo aveva realizzato un muro divisorio e, con la scusa di non avere denaro a sufficienza per poter affrontare anche le spese dell'affitto, si era sistemato in quella abitazione.
Inutile dire che ogni motivo era buono per perseguitare la moglie e farle dispetti. Addirittura era arrivato a staccare il contatore dell'acqua. Di qui la denuncia presentata dal legale difensore della donna Sonia Sirizzotti. A conclusione delle indagini l'uomo è finito sotto processo.
Nei giorni scorsi il giudice ha pronunciato la sentenza di condanna nei suoi confronti. Per il momento l'uomo dovrà versare al figlio un assegno di mantenimento di 300 euro.
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