Provinciali. Caligiore Attacca Mastrangeli

Come prevedibile la fuga in avanti del sindaco di Frosinone sulle elezioni provinciali ha fatto storcere il naso a più di qualcuno, soprattutto nel centro destra.

 

Sì, perché

Riccardo Mastrangeli si è candidato alla presidenza dell’amministrazione provinciale dal momento che, come dice lui, è stato sollecitato a farlo da più di qualche amministratore locale, anche di centro sinistra. In parte è ovvio che sia così, in quanto né il centro destra né il centro sinistra hanno i numeri, da soli, per vincere la partita (sono molti i sindaci eletti con le liste civiche).

 

La fuga in avanti di Mastrangeli però non è piaciuta ai suoi alleati e soprattutto a Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni è maggioranza in provincia e di sicuro in molti hanno pensato che la lega, con molti meno voti non possa esprimere sia il sindaco del capoluogo che anche il presidente della provincia.

 

Di qui i malumori che oggi vengono esplicitati da chi forse aveva qualche velleità di rivestire quel ruolo di candidato. Parliamo del sindaco di Ceccano. Roberto Caligiore dice di aver appreso “con sorpresa” la candidatura di Mastrangeli e che l’iniziativa appare “del tutto sganciata dai principi di rispetto, lealtà e correttezza che regolano il buon funzionamento della coalizione”.

 

E sì, perché occorre ricordarlo, Mastrangeli è stato eletto sindaco proprio grazie ai voti di tutto il centro destra, in cui FdI ha la maggioranza. Ecco perché Caligiore si dice “sgomento” che Mastrangeli si candida “senza un progetto condiviso con Fratelli D’Italia che rappresenta di gran lunga il primo partito del centrodestra”. 

 

Mastrangeli preferisce l’accordo trasversale col centro sinistra piuttosto che rapportarsi con i suoi alleati? “Così facendo – scrive Caligiore - si assume la responsabilità di una rottura ingiustificata e senza precedenti”. Basterebbe questo a dire qual è, ora, il clima nel centro destra.

 

Ma Caligiore affonda ancora la lama: “C’è chi continua a sentirsi Barone o Conte senza averne peraltro i titoli… O conta, come dice a microfoni spenti qualche miracolato, la professione, il censo, l’apparenza a certi circoletti e circuiti?”. Insomma, conclude Caligiore, siamo di fronte alla “solita politica vista e rivista”.

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