Ragazza sequestrata, picchiata e stuprata.
Condannato l’operaio di 28 anni di Piglio.
I fatti si sono svolti
ad Anagni e risalgono al settembre dello scorso anno. L'uomo accecato dalla gelosia nei confronti di lei, una collega di lavoro di 26 anni con la quale aveva avuto una storia sentimentale, con la scusa di futili motivi le aveva dato appuntamento davanti la stazione di Anagni.
La Violenza. Ma subito dopo essere salita in auto la ragazza aveva capito di essere finita in una trappola. Per evitare che potesse chiedere aiuto le aveva gettato dal finestrino la borsa dove teneva il suo cellulare, poi minacciandola con coltello l'aveva costretta a consumare un rapporto sessuale.
Il Video dello stupro. Mentre la stuprava la riprendeva con il suo telefonino. Quel video, le aveva detto, lo avrebbe pubblicato sui social se non faceva quello che lui voleva. La ragazza era rimasta in balia del suo aguzzino che oltre ad averla violentata per ben tre volte l'aveva anche massacrata di botte.
Il finto incidente. Quando finalmente alle prime luci dell'alba l'aveva riportata a casa la ragazza aveva lividi su tutto il corpo ed il volto tumefatto. Per evitare di avere problemi Lui le aveva detto di raccontare ai familiari di aver avuto un incidente.
La confessione. Ma la madre che non ci ha affatto creduto. Nel vedere la figlia in quelle condizioni l'ha accompagnata in ospedale. E proprio davanti ai medici la ragazza ha raccontato la notte da incubo che aveva vissuto. A quel punto nei confronti dell'operaio è scattato l'arresto.
La sentenza. Nella giornata di ieri è arrivata la sentenza. Il giudice del tribunale di Frosinone gli ha inflitto cinque anni e sei mesi più una provvisionale di 30 mila euro. Grande la soddisfazione degli avvocati difensori Francesca Ruggeri e Pamela Paolucci dell'associazione antiviolenza "Fammi Rinascere" di Fiuggi.
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