Industria. Frosinone al Primo Posto nel Lazio per il Valore Aggiunto

Ci sono aziende che non sono in crisi nonostante l’ultimo decennio di crisi globale.

 

Le imprese della provincia ciociara rappresentano un tessuto sano che vuole investire

per essere ancor più competitivo sul mercato internazionale. C’è bisogno però che la politica stia al passo. Questa, in estrema sintesi, la fotografia della situazione economica in Ciociaria. Una foto scattata dalla presidente di Unindustria Frosinone.

Miriam Diurni (in foto), da quattro anni al vertice degli industriali, racconta le eccellenze ma anche i mali di questo territorio.

 

“Le problematiche sono ataviche – dice – si è fatto solo qualche piccolo passo avanti. Ci vogliono grandi progetti che rilancino il territorio".

 

L’alta velocità va benissimo ma deve essere interpretata come opera di bacino che “abbracci un territorio molto più vasto, che va oltre i confini provinciali e regionali”.

 

Cosa serve alle aziende per essere competitive sul mercato? “Ci servono poche cose: gli strumenti di cui necessita ogni azienda. Soprattutto una normativa che sia di più facile interpretazione”.

 

Non si nasconde dietro a un dito la Dottoressa Diurni. Chiaro il riferimento alla Reno dei Medici che ha deciso di andare ad investire altrove, così come hanno fatto altre aziende importanti del territorio. La decisione è stata una scelta legata alla difficoltà di ottenere autorizzazioni ambientali.

 

Insomma la burocrazia rallenta l’industria e rischia di depauperare il territorio di aziende che portano lavoro. La politica dovrebbe riuscire a stare al passo, ma lavora troppo lentamente.

 

[Ascolta l'intervista - durata 30"]

 


Secondo le ultime stime, nel 2022 la provincia di Frosinone ha superato il gap con il 2019 in termini di valore aggiunto, grazie alla forte espansione del settore dei Servizi e delle Costruzioni.

 

La provincia si distingue per il contributo al valore aggiunto 

proveniente dall’Industria in senso stretto, più elevato sia rispetto alla media nazionale che a quella regionale. 

I settori industriali più rilevanti in termini di addetti sono quelli della Produzione di autoveicoli (5.280), della Metallurgia (3.360), della Farmaceutica (2.660), dell’Alimentare, della Carta e della Gomma e plastica.

 

Il territorio dimostra inoltre una notevole integrazione nei mercati internazionali: è infatti nona in Italia per capacità di esportare in settori a domanda mondiale dinamica (83% dell’export provinciale).

 

In particolare, è specializzata nella produzione di medicinali e preparati farmaceutici, con un contributo all’export nazionale di settore pari al 9% (oltre 4 mld €). Infine, anche nel 2023 continuano le difficoltà per le imprese nel reperire i profili desiderati, che interessano il 45% delle entrate programmate, in particolare quelle riguardanti i profili tecnici e gli operai specializzati.

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