
Sono stati più di duemila gli infortuni sul lavoro (2.339) nel 2024.
Un dato in crescita se confrontato con l’anno precedente quando il totale delle denunce si era fermato a 2028.
Undici morti
sul lavoro, due in più rispetto al 2023. E i primi tre mesi dell’anno in corso registrano numeri ancora in crescita: 557 gli infortuni (500 nel trimestre 2024), due quelli con esito mortale sia nel trimestre 2025, che in quello del 2024.
Non solo: 1.622 le malattie professionali riconosciute lo scorso anno. La qualità della salute e sicurezza sul lavoro in Ciociaria che emerge dal dossier della Uil del Lazio e dell’Istituto di ricerca Eures, realizzato in occasione della tappa romana della Carovana Uil, non è rassicurante.

“I numeri del dossier – dice Anita Tarquini (in foto), Segretaria generale della Uil di Frosinone – confermano l’urgente necessità di interventi concreti per proteggere e tutelare lavoratrici e lavoratori dai tanti rischi quotidiani sul lavoro”. Pericoli che emergono nella loro drammaticità quando il dossier – superando il criterio quantitativo del dato – elabora l’indice di rischio dell’infortunio mortale (morti ogni 100mila occupati).
Da questa prospettiva la provincia di Frosinone (con 6,3 infortuni mortali ogni 100mila lavoratori, a fronte di 4,4 nel Lazio) è quella che registra l’indice più elevato. Seguono Latina (6,2) e Rieti (5,0). Contestualmente anche l’indice di gravità del fenomeno, ovvero il numero di vittime ogni mille infortuni riflette per la Ciociaria la medesima posizione, con un valore pari a 4,7 contro 2,6 della media regionale.

“Con il segretario generale di Latina, Luigi Garullo (in foto) – aggiunge la sindacalista – da tempo abbiamo rilevato nell’area a sud di Roma, che copre il territorio ciociaro e quello pontino, un incremento di casi tali da rendere sempre più insicuro il lavoro per le persone.
A noi è apparso subito come un vero e proprio “Caso Lazio” da affrontare e risolvere al più presto”. La Ciociaria colleziona un altro primato negativo nel campo delle malattie professionali ed una preoccupante dinamica di crescita.
Se lo scorso anno le denunce arrivate all’Inail sono state 1622, nel 2023 erano state 1278, 1266 nel 2022, 1099 nel 2021, 794 nel 2020 e 797 nel 2019.
Torniamo al 2024. Se la distribuzione percentuale delle denunce di malattie professionali ha visto al primo posto la provincia Capitolina (37,3%), seguita da Frosinone (26%) e Latina (18,2%), considerando le denunce ogni mille occupati - ovvero un indice che consente comparazioni adeguate - è ancor una volta la provincia di Frosinone a presentare il rischio più alto: in Ciociaria si contano infatti 9,3 denunce di malattie professionali ogni mille occupati, un valore pari a quasi quattro volte quello medio regionale (2,5).
“Il dossier dell’Eures – conclude Tarquini – evidenzia criticità ormai insostenibili che vanno eliminate. Come? Investendo sulla formazione, sulla prevenzione, sul personale ispettivo. Serve poi, come da tempo chiede il nostro Segretario Pierpaolo Bombardieri, l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e una procura speciale per queste tipologie di reato”.
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