
Guidi ubriaco o drogato? Ti hanno ritirato la patente?
Non c’è Problema.
L'organizzazione si occupa di fartela riavere.
Tre persone indagate: una di Alatri una di Valmontone e una di Colleferro. Accuse pesanti: falsità materiale e ideologica in atti pubblici, nonché falsità materiale commessa dal privato. Tutto è partito da una segnalazione di un funzionario della Commissione Medica Locale dell'ASL di Cassino.
In particolare, il funzionario, nel corso dell'esame della documentazione prodotta da un individuo, che si presentava in evidente stato di alterazione psico-fisica, ha contattato il medico che risultava aver rilasciato il certificato attestante il suo perfetto stato di salute, il quale, dopo aver visionato il documento inviatogli, ha disconosciuto la firma apposta sul medesimo.
A seguito di segnalazione del funzionario dell'ASL, i militari della Stazione dei Carabinieri di Cassino hanno proceduto al sequestro della pratica in questione, nonché di altre pratiche analoghe sulle quali sussistevano fondati sospetti di irregolarità o reato, disponendo contestualmente il blocco dell'intero iter amministrativo di oltre cinquanta richieste di rilascio di patenti.
In pratica grazie ad un collaudato sistema illecito oltre cento soggetti - già coinvolti in procedimenti giudiziari e raggiunti da provvedimenti prefettizi di ritiro o revisione della patente per guida sotto l'influenza di alcol o sostanze stupefacenti, hanno presentato certificati falsi inducendo così i sanitari della commissione a rilasciare attestazioni dei requisiti psico-fisici richiesti per la guida.
Nel corso delle indagini è emerso che gli indagati percepivano compensi tra i duemila e seimila euro (in base alla tipologia del ritiro) da ciascun soggetto, quale corrispettivo per il rilascio illecito della patente di guida. Le Prefetture competenti, su segnalazione dei Carabinieri di Cassino, hanno già annullato circa cinquanta patenti rilasciate sulla base delle false certificazioni prodotte dagli oltre cento indagati.
Al termine delle formalità di rito, uno dei tre indagati è stato sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di dimora, congiuntamente all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, mentre gli altri due sono stati sottoposti all'obbligo di dimora e di firma.
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