“Dopo l'assoluzione di Carmine Belli ho iniziato ad indagare sulla morte della ragazza".
È il maresciallo Evangelista a parlare nell’ambito del processo per la morte di serena Mollicone.
È lui che aveva preso la decisione di indagare su altre direzioni. Una decisione che aveva dato fastidio a più di qualcuno. In questo contesto viene ricostruita la personalità di Marco Mottola che, a detta del maresciallo, era un giovane “socialmente pericoloso” che faceva uso di droga e che spesso con gli amici la consumava persino in caserma.
"Marco - ha proseguito il teste - con il suo atteggiamento, aveva fatto perdere autorevolezza al padre perché il maresciallo comandante di stazione deve essere da esempio."
Quando il maresciallo inizia ad indagare viene querelato dagli stessi carabinieri della caserma
Tornando alle indagini, i rapporti interni alla caserma cominciano di incrinarsi ed i carabinieri Tuzi e Suprano querelano Evangelista.
L'Arma trasferisce entrambi, uno a Fontana Liri e l’altro a Strangolagalli. "Volevano allontanarmi da Arce - ha riferito in aula - ero diventato pericoloso per loro".
Nel 2007 viene depositata una nuova informativa, questa volta con un'ipotesi ben precisa: Serena era stata uccisa in caserma. "Nel 2004 appena arrivato ad Arce insieme a Suprano andai a visitare l'alloggio nella caserma e notai una porta rotta.
Suprano riferì che a romperla era stato il maresciallo Mottola nel corso di una discussione con il figlio Marco. Ma nel 2007, quando vennero avviate indagini, la porta non c'era più, era scomparsa.
Il controesame del maresciallo Evangelista (ossia l'interrogatorio da parte della difesa) si terrà l'8 ottobre prossimo quando saranno ascoltati anche altri due carabinieri.
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cinico (sabato, 02 ottobre 2021 16:54)
Sentite, a Fontana Liri, Monte San Giovanni Campano eccetera, lo sanno da venti anni. Mah.
Ora le "circostanze" inducono a pensare che...
Ma che cazzo di paese è questo?