Il brigadiere Tuzi aveva visto Serena Mollicone entrare all’interno della caserma carabinieri di Arce il giorno della scomparsa della ragazza.
Una dichiarazione che poi ha ritrattato.
Ma Tuzi stesso,
poco dopo, ha anche revocato la sua ritrattazione. Poi, quando avrebbe dovuto essere riascoltato sui fatti è morto suicida. Proprio sulla figura di Santino Tuzi si è concentrata l’udienza di ieri nell’aula del tribunale di Cassino. Un uomo lasciato solo, che non si fidava più dei suoi colleghi.
Molti i lati oscuri che sono emersi ieri in aula. Mai rinvenuto il registro delle presenze del primo giugno 2001 all’interno della caserma di Arce. Il registro avrebbe confermato o negato la presenza di Serena.
Mai trascritta l’intercettazione ambientale del brigadiere Tuzi. In quella intercettazione, tre giorni prima di togliersi la vita, il brigadiere disse ai suoi colleghi di lavoro di voler negare di aver visto Serena entrare in caserma.
Ieri si è tornato a parlare anche della porta contro la quale sarebbe stata scaraventata Serena (secondo la tesi accusatoria). Ascoltato in proposito il tenente colonnello dei Ris che all’epoca si è occupato dei rilievi.
Questi ha confermato che le contaminazioni genetiche rinvenute sulla porta non apparterrebbero a Serena. Prossima udienza venerdì 29 Ottobre.
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