La porta contro la quale, secondo l’accusa, sarebbe stata sbattuta Serena Mollicone.
Ancora una volta si è parlato di lei.
A farlo stamane in aula
a Cassino, la dottoressa Elena Pilli biologa forense ed ex capitano del Ris. Proprio gli esperti del ris, la settimana scorsa, avevano rilevato la presenza di legno e di vernice nell’adesivo utilizzato dall’omicida per legare il corpo di Serena.
Oggi l’esperta botanica ha raccontato di aver analizzato 18 di quei micro-frammenti di legno. La dottoressa Pilli ha quindi effettuato una comparazione con cinque frammenti prelevati nel punto di rottura della porta, il punto, dove l’accusa ritiene abbia battuto la testa di Serena.
Ebbene, secondo l’esperta, nel 96% dei casi c’è sovrapponibilità. Insomma, il legno trovato sul corpo di Serena potrebbe essere proprio quello della porta.
Tra l’altro, la dottoressa ha ribadito che la porta è di truciolato, dunque, una miscela di alcuni legni che non esiste in natura ma è realizzata attraverso un procedimento di assemblaggio. I frammenti di legno non possono essere quelli di alberi o siepi dove è stato ritrovato il corpo della giovane di Arce.
Dopo la dottoressa Pilli sono stati ascoltati anche i tecnici che Installarono la caldaia nella caserma dei carabinieri di Arce. Sotto tale caldaia, sempre secondo l’accusa, fu sistemato il corpo di Serena prima di essere trasferito nel boschetto di Anitrella dove poi è stato ritrovato.
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