Un altro colpo di scena ha caratterizzato il processo per la morte di Serena Mollicone.
Il quattro di giugno del 2001 il corpo della ragazza era stato appena trovato...
Eppure il dirigente del SerT (servizio per le tossicodipendenze) della Asl di Frosinone, il dottor Ferrauti, era venuto a conoscenza di una probabile pista: Serena era stata uccisa da Marco Mottola il figlio del maresciallo comandante della caserma di Arce.
Come avrebbe fatto il dottor Ferrauti ad avere questa informazione? La rivelazione sarebbe arrivata da due tossici che frequentavano il Sert, l’ufficio che lui dirigeva.
I due, di Ferentino, sostenevano che Serena avrebbe voluto denunciare Marco Mottola e quindi stroncare il suo giro di spaccio. Di qui il movente dell’omicidio. Il dottor Ferrauti raccontò il tutto ai carabinieri; eppure, questa pista non è stata battuta o è stata subito abbandonata. Non solo, proprio Ferrauti subì all’epoca una perquisizione domiciliare da parte dell’arma.
Nell’udienza di oggi è stato ascoltato anche Marco Malnati amico di Santino Tuzi, il brigadiere suicida. Malnati ha escluso che Tuzi possa essersi ucciso per una delusione d’amore.
Interrogata oggi anche la figlia del brigadiere Tuzi e, in videoconferenza dall’Australia, anche la Entomologa forense Dottoressa Paola Magni. Questa, tramite lo studio di alcune larve presenti sul cadavere, avrebbe datato la morte di Serena nella notte tra il primo e il due giugno. Non solo.
Secondo la relazione della dottoressa la ragazza di Arce sarebbe stata successivamente trasportata presso il boschetto di Fonte Cupa ad Anitrella (luogo dove è stato trovato il corpo), ma che sarebbe morta prima e in altro luogo. Questa anche la tesi dell’accusa che vuole localizzare la morte di Serena all’interno della caserma carabinieri di Arce.
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